Intervista a P. Andreas Resch
di Valentina Donatelli

Storia dell’arte, fotografia, storia della cultura e della religione, teologia.
Il Volto Santo non è solo oggetto di studio nell’ambito di discipline tradizionali, ma diventa argomento d’interesse della giovane branca di studio della paranormalogia.
Qui di seguito pubblichiamo l’intervista rilasciata dal Prof. Andreas Resch in occasione di una recente visita a Manoppello.
Il Prof. Resch fino allo scorso anno è stato professore di Paranormalogia presso l’Accademia Alfonsiana della Pontificia Università Lateranense, dove ha tenuto un corso di “Etica e Paranormalogia”. La sua attività di insegnamento e di ricerca si affianca a quella editoriale, con la direzione di due riviste scientifiche (“Institut für Grenzgebiete der Wissenschaft” – Istituto delle frontiere della scienza – e “Ethik, Wissenschaft und Verantwortlichkeit” – Etica, scienza e responsabilità) collegate alla Leopold-Franzens-Universität di Innsbruck, e della casa editrice Resch Verlag, che l’anno scorso ha pubblicato il saggio di Suor Blandina Paschalis Schlömer Der Schleier von Manoppello und das Grabtuch von Turin (Il Velo di Manoppello e la Sindone di Torino). In fase di pubblicazione per la Resch Verlag tre volumi sui miracoli e cinque volumi agiografici sui beati canonizzati da Papa Giovanni Paolo II. Attualmente il professore e padre redentorista è impegnato nella realizzazione di uno studio sulla paranormalogia finanziato dall’Unione Europea.

Professor Resch può spiegarci il significato del termine ‘paranormalogia’?
Con il termine ‘paranormalogia’ definisco tutti quei fenomeni che sono al limite della possibilità della ricerca scientifica, intesa nelle sue caratteristiche della ripetitività e della statistica. In questo senso anche il Volto Santo di Manoppello rientra nel campo della mia ricerca, dal momento che il modo in cui l’immagine si è impressa sul velo si colloca al di fuori della spiegazione scientifica.

Come è venuto a conoscenza degli studi sul Volto Santo effettuati dal Professor Heinrich Pfeiffer?
Leggendo il libro di Padre Pfeiffer, che ho recensito per le due riviste che dirigo. All’epoca non sapevo ancora niente sul Volto Santo di Manoppello, non lo avevo mai sentito nominare. La lettura del libro di Pfeiffer mi ha molto impressionato, perché avevo dinanzi a me uno studio di fondamentale importanza dal punto di vista storico-scientifico. A questa scoperta poi si è aggiunta quella delle ricerche di Suor Blandina Paschalis Schlömer e della sua sensazionale sovrapposizione dei due volti, Volto Santo e Sindone di Torino, con la definizione dei famosi punti di concordanza. A questo proposito vorrei chiarire che qui ci troviamo di fronte ad un fatto matematico nell’ambito della paranormalogia. Non stiamo parlando di una teoria o di una leggenda, ma di un metodo empirico, scientifico, matematico, fisico, seguito passo passo per dimostrare la concordanza di questi punti sulle due reliquie. A ciò bisogna aggiungere l’altro elemento di straordinario interesse che è la concordanza del volto sul velo di Manoppello con quello rappresentato sulle icone. Con l’aiuto del computer abbiamo potuto dimostrare che sovrapponendo il velo di Manoppello alle immagini delle icone giunte fino a noi esiste una concordanza che statisticamente si attesta tra il 95 e il 100%. E’ una percentuale altissima a livello scientifico, e una prova inconfutabile che non ci riferiamo ad un fenomeno casuale, verificatosi contro ogni legge della probabilità.

Ci pare di capire che la coincidenza tra i due volti di Manoppello e di Torino sia un fatto oggettivo, mentre è più difficile fornire una spiegazione scientifica della loro perfetta sovrapponibilità.
L’unica spiegazione possibile è che i due teli debbano essersi trovati nello stesso posto. In termini di paranormalogia potremmo dire che le due reliquie siano state collocate insieme sul volto di Cristo, con il sudario sopra la Sindone, come sostiene il Prof. Pfeiffer. A sostegno di questa tesi inoltre c’è la tecnica fotografica, in base alla quale i due teli devono essere stati uno sull’altro, altrimenti la concordanza al centesimo di millimetro sarebbe impensabile. Quindi, a livello di paranormalogia, siamo di fronte ad un fenomeno inspiegabile; a livello scientifico, invece, la spiegazione esiste ed la concordanza al 100% tra i due volti.

In un sua recensione al libro del Prof. Pfeiffer lei sostiene che le recenti scoperte sul Volto Santo di Manoppello mettono sotto un’altra luce la stessa Sindone. Che cosa intendeva?
Il Volto Santo di Manoppello è stato certamente il modello dell’iconografia orientale e occidentale fino al XIV secolo: questo è stato provato matematicamente. La storia della Sindone è ancora un po’ oscura in alcuni punti. Le nuove tesi emerse dai lavori di Padre Pfeiffer e di Suor Blandina Paschalis Schlömer quindi potrebbero essere di notevole sostegno alla effettiva autenticità della Sindone.

Quando è venuto a sapere dell’esistenza di Suor Blandina?
In occasione di un congresso internazionale sulla paranormalogia, a cui avevo invitato anche il Prof. Pfeiffer. E’ da lui che ho sentito per la prima volta il nome della suora. Ma in quella circostanza pensai che fosse morta e non me ne interessai più. Poi due anni fa ho ricevuto una telefonata di una donna che mi chiedeva se era possibile avere una copia dell’intervento di Pfeiffer al congresso. Risposi che avevo bisogno del consenso del professore e che, se lui fosse stato d’accordo, l’avrei sicuramente accontentata. Ho scoperto solo in seguito che quella donna era Suor Blandina. Quindi l’ho contattata per sapere se aveva già pubblicato qualcosa. La sua risposta è giunta immediatamente: aveva scritto qualcosa, ma nessuna casa editrice era interessata. Allora ho deciso di aiutarla e abbiamo realizzato il libro. Suor Blandina è una donna molto meticolosa che ha sviluppato in campo artistico un nuovo metodo di sovrapposizione a cui lavora da vent’anni.

In un recente numero di questa rivista abbiamo ampiamente scritto sul libro di Suor Blandina. Adesso vorremmo chiederle della mostra “Penuel”.
La mostra è fatta molto bene e gli spazi sono ben organizzati. Personalmente sono dell’opinione che si dovrebbe cercare di inserire una foto più grande della sovrapposizione. La mostra rappresenta un primo tentativo di spiegare visivamente il percorso seguito da Suor Blandina Paschalis Schlömer nelle sue ricerche. In questo contesto il libro di Suor Blandina sarebbe un ottimo compendio scritto all’itinerario proposto nell’allestimento dei materiali.

In una recente intervista suor Blandina si è espressa in favore di ulteriori analisi, ad esempio quelle al polline, sul Volto Santo di Manoppello. Lei cosa ne pensa?
A questo proposito io mantengo la mia posizione di scienziato. E’ auspicabile che le ricerche proseguano, ma bisogna essere attenti perché c’è il rischio di distruggere qualcosa, sia pure un minimo filo. Poi bisogna considerare un’altra cosa: di recente il Vaticano non ha lasciato filmare la cornice originaria in cui veniva conservato il velo in San Pietro. A questo punto la faccenda si chiarifica: la reliquia è stata rubata oppure, seconda possibilità, è stata messa in salvo da qualcuno, e questa seconda ipotesi è più verosimile. Molto probabilmente qualcuno deve aver temuto che nel corso dei lavori di rinnovamento della basilica la reliquia andasse perduta; ma sottrarre il reliquiario sarebbe stato un gesto troppo eclatante. Poi come essa sia arrivata a Manoppello è un mistero.

In qualità di scienziato che cosa prova dinanzi a questa reliquia?
Il Volto Santo rappresenta il fenomeno più tangibile e straordinario di tutte le mie ricerche; innanzitutto perché ho potuto provare matematicamente l’effettiva concordanza tra le due reliquie. Adesso sarebbe utile esaminare anche la cornice originaria, custodita nel Tesoro di San Pietro, che potrebbe rappresentare un’ulteriore prova della autenticità della reliquia e, di conseguenza, che il Volto Santo è la Veronica romana. Nello steso tempo, bisognerebbe anche analizzare il velo. Per questo forse ci sarà da attendere a lungo, a causa del mancato interesse da parte della sindonologia. Il libro di suor Blandina vuole essere un primo passo verso ulteriori ricerche.